Il Sistema sanitario nazionale è chiamato a fronteggiare nuove sfide con risorse sempre più limitate: sono necessarie soluzioni innovative in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni dei cittadini e la sostenibilità dell’intero sistema di welfare. Termini come empowerment, sostenibilità e appropriatezza delle cure stanno rivestendo un ruolo sempre più rilevante nell’orientare le politiche socio-sanitarie. In questo contesto, i corretti stili di vita assumono un ruolo di rilievo nel prevenire quei fattori di rischio che possono produrre un aumento delle malattie croniche, quali la sedentarietà, l’alimentazione scorretta, l’abuso di alcool e il fumo di sigaretta, abitudini consolidate non facilmente modificabili per decreto o per ingiunzione sanitaria.
A farne le spese sono spesso i segmenti più fragili della popolazione, rappresentati dai giovani anziani (65-74 anni) e dagli anziani (75-84 anni) che mostrano, oltre ad un aumento del peso e a una riduzione della attività fisica, i tassi maggiori di consumo di antidepressivi e, nel caso dei maschi, i tassi maggiori di suicidi. Anziani che sino al momento dell’insorgere di una eventuale malattia o di una fisiologica riduzione delle capacità fisiche e intellettive sono stati particolarmente attivi, ma che risultano, da un punto vista sociale e psicologico, sempre più fragili.
Rispetto a un passato recente, questi anziani soffrono maggiormente la solitudine, sono assillati da problemi economici che rendono difficile il sostentamento di figli e nipoti, afflitti da polipatologie e sempre meno inseriti nelle comunità di appartenenza. Pur non essendo nativi digitali, essi hanno spesso utilizzato strumenti tecnologici e informatici nel corso della loro vita lavorativa. Pertanto, applicazioni mobili opportunamente progettate e valutate potrebbero rappresentare una risorsa per il mantenimento di uno stile di vita attivo.
Contatti: marco.guicciardi@unica.it