Nonostante la crescita di turisti registrata negli ultimi anni nel territorio, le sinergie tra i servizi turistici sono ancora molto deboli, non in grado di sfruttare le grandi possibilità offerte dalle nuove tecnologie. La gestione del turismo e dei beni culturali resta infatti ancorata a un approccio tradizionale, basato sulla diffusione di informazioni in formato cartaceo e digitale, ma che in genere non consente di sfruttare le nuove applicazioni per dispositivi mobili e, soprattutto, non tiene conto del maggior contenuto informativo che potrebbe essere generato dalla compartecipazione e interazione tra gli utenti finali.
Questo approccio ha conseguenze per il settore della mobilità e dei viaggi, in considerazione del cambiamento delle abitudini verso una crescente indipendenza del turista, con comportamenti sempre più “social” e “digital”. L’innovazione tecnologica sempre più orientata verso l’internet degli oggetti dovrebbe permeare anche il settore dei beni culturali, fonte primaria per il turismo, dove però l’obsolescenza dei modelli di offerta rispetto al turismo privato rende la via dello sviluppo assai tortuosa e complicata.
Per ovviare a queste problematiche si può adottare un approccio tecnologico che consenta ai servizi turistici e beni culturali di interagire dinamicamente con gli utenti finali. Il concetto “social”, promosso tra gli altri da Twitter, Facebook e Instagram, applicato ai servizi turistici, permetterebbe a tali servizi di diventare entità sociali intelligenti e cooperanti, capaci di interagire fra di loro e con gli utenti finali usando le ormai quotidiane regole dell'”amicizia digitale”. Usando queste forme di socializzazione, i rapporti tra i servizi possono evolversi verso strutture autonome che massimizzano i benefici in termini di ricerca e filtraggio, di gestione della loro affidabilità e di gestione dei dati su quali si basano.
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