La definizione di qualità di un prodotto alimentare si è evoluta nel tempo, passando dall’essere intorno agli anni ’50 praticamente limitata agli aspetti igienici al tenere conto anche delle caratteristiche chimico-bromatologiche, fino ad estendersi agli aspetti riguardanti la sicurezza degli alimenti in relazione ai residui di fitofarmaci quali fonti di rischio per la salute umana.
Il concetto di qualità risultava, in ogni caso, riferito al solo prodotto; successivamente, con la nuova politica agricola, si è arrivati all’applicazione all’intera filiera produttiva del concetto di qualità totale. Ottimizzare e controllare i processi produttivi è l’unica possibilità per garantire la sicurezza per la salute umana e la qualità totale del prodotto, che diventa una conseguenza della validità del processo.
Le norme del sistema di qualità hanno integrato e capovolto la strategia alla base del concetto di qualità, spostando l’attenzione dal prodotto all’insieme dei processi che contribuiscono alla sua realizzazione, attraverso un approccio gestionale integrato in cui la pianificazione, la formazione del personale, la documentazione dell’attività e il continuo aggiornamento degli operatori diventano i cardini del nuovo modello di gestione. Si evolve così il concetto di qualità totale, in cui caratteristiche nutrizionali, igienico-sanitarie, emozionali, sociali, tecnologiche e storiche si amalgamano per un fine più alto che il semplice nutrire, con uno sguardo al futuro e alla tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo.
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