La valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico rappresenta un fattore trainante dell’economia nazionale e uno dei più importanti attrattori a livello locale, specie nelle economie svantaggiate. Il patrimonio culturale, in quanto risorsa limitata, irriproducibile e non delocalizzabile, è ormai uno dei pochi beni economici capaci di competere sul mercato globale, conquistare nicchie nella “new new economy” e, al contempo, garantire forme di sviluppo alternative, sostenibili e capaci di innescare circuiti virtuosi alla microscala.
Il legame tra le forme distrettuali tradizionali e i sistemi produttivi afferenti al settore culturale e creativo costituisce un oggetto di ricerca che ha come obbiettivo la definizione di una metodologia condivisa per la costruzione di distretti culturali evoluti che integrino le politiche per l’economia creativa e gli strumenti della pianificazione paesaggistica nella gestione dei beni culturali e ambientali.
L’istituzione del distretto culturale evoluto può rispondere, in qualche misura, alle esigenze delle imprese e delle attività turistiche tradizionali di migliorare il loro impatto sul territorio e le prestazioni dei loro servizi tenendo conto della domanda di un turismo sempre più diversificato, autonomo e talvolta specializzato rispetto all’offerta deficitaria e non integrata in termini di network culturale.
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