La tecnologia RFID (Radio Frequency Identication) sfrutta la radiofrequenza per identificare oggetti o esseri viventi. Tale tecnologia è ormai adottata in molti ambiti di applicazione e il suo uso può essere esteso anche ad ambiti diversi, in cui le esigenze di identificazione e tracciabilità sono attualmente soddisfatte dall’uso del codice a barre, e anche dove non è attualmente sentita l’esigenza di tracciare oggetti. Ma anche miglioramenti tecnologici possono dare un significativo impulso alle prestazioni dei sistemi RFID. Due esempi di applicazioni non convenzionali sono quelle relative alla filiera delle sacche ematiche e a quella delle uve da vino

Nel primo caso, utilizzando un tag RFID al posto di un codice a barre siamo in grado di memorizzare molte più informazioni e di leggerle a distanza maggiore. Per migliorare le prestazioni è necessario tenere conto che l’antenna lavora in presenza di materiali con perdite (sangue): pertanto, l’antenna va progetta e ottimizzata tenendo conto di questo aspetto. Questo tipo di soluzione può essere adottata anche per materiali con caratteristiche elettriche simili ad esempio detersivi o olio d’oliva.

Nel secondo caso, la proposta è di accoppiare un sistema RFID con dei sensori di temperatura in modo da poter tracciare la storia delle uve dalla raccolta alla vinificazione. In questo caso, al contrario del caso precedente, è presente una esigenza di “riservatezza” del sistema radio che potrebbe essere separato dalle uve che non verrebbero tracciate. Vanno di conseguenza studiate antenne in materiali biocompatibili e in grado di essere occultate, oltre a dover lavorare in un ambiente ad alte perdite.

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